Un ragnatela d’amore

Era una ragno semplice. Aveva sempre vissuto per conto suo, senza preoccuparsi troppo degli altri insetti. Ad eccezione di quelli che diventavano il suo pranzo, s’intende. Però aveva una passione: le sue ragnatele. Non faceva solo delle ragnatele funzionali, ma nel tempo aveva affinato il disegno, gli piaceva farle piccole, ma curate. D’altronde viveva solo per sé stesso e gli era sufficiente creare trappole per catturare una cimice o una mosca ogni tanto, senza dover fare ragnatele formato famiglia.

Nemmeno degli umani si era mai occupato molto, tranne quando passavano a distruggere le sue opere, facendolo infuriare. Non capiva come degli esseri più grossi di lui, è vero, ma con solo quattro zampe (la metà delle sue), potessero fare così tanto danno solamente sollevando una mano sui suoi capolavori di tela.

Un giorno, mentre ne stava appunto costruendo uno, la vide: la ragazza più bella del mondo! Sembra impossibile che un ragno si possa innamorare di una fanciulla, ma così avvenne. Era così aggraziata e con una voce così melodiosa… che all’istante perse la testa. Il suo piccolo cuoricino, che mai aveva aumentato i suoi battiti se non per gioire di una preda, prese a battere all’impazzata; la testa cominciò a girargli, come se avesse la febbre; gli occhi erano come ipnotizzati da quella figura. Se possibile, si sentiva  ancora più leggero del solito, sebbene per la maggior parte del suo tempo stesse per aria appeso a un filo.

Da quel giorno perse l’appetito e il sonno: non c’era cibo che riempisse il vuoto che sentiva dentro di sé e la notte non sembrava passare mai, in attesa del passaggio di questa figura angelica, la cui visione e la cui voce erano l’unica fonte di pace per lui. In questo modo, però, non poteva continuare: doveva fare qualcosa! Come poteva farsi notare, così piccolo? Senza contare che, di solito, i ragni non sono gli animali preferiti dalle donne… Pensa che ripensa, ecco l’idea! Avrebbe fatto ciò che gli riusciva meglio. Non perse tempo e si mise all’opera.

Prima di tutto, catturò una bella mosca, in modo da riprendere le forze perse nel suo languire. Quando fu sazio si riposò, fino al tramonto. Si svegliò e si preparò a sfruttare la calma dell’oscurità. Lavorò tutta la notte, facendo l’opera più grande che avesse mai creato. Usò tutta l’arte che aveva, tutta l’ispirazione e tutto l’amore possibile. Stava arrivando l’aurora quando, stremato, tirò l’ultimo filo e chiuse gli occhi per sempre: aveva finito il suo tempo a disposizione.

Uscendo per andare a lavorare, una ragazza si fermò affascinata, sulla strada che tutti i giorni percorreva, per uno spettacolo che si presentava ai suoi occhi: tra due rami splendeva, per la brina, una enorme ragnatela a forma di scialle.

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